|
|
|
|
|
|
» Bandpage & shop at BANDCAMP | ||
» Bandpage at SOUNDCLOUD |
||
» LICHTERKLANG (Germany) |
||
» TESCO (Germany) |
||
» NORTHERN SILENCE PRODUCTIONS (Germany) |
||
» INFINITE FOG (Russia) |
||
» CLEAR SPOT / SHINY BEAST (Netherlands) |
||
» EQUILIBRIUM MUSIC (Portugal) |
|
|
DARK
ENTRIES (Belgium) – March 2016
– [in Belgian] |
||
VOX EMPIREA (Italy) – February 2016 – [in English]
|
||
VER SACRUM (Italy) – January 2016 – [in Italian]
Dalla Germania, paese in cui ha trovato nuova vita e fertile ispirazione il genere neo-folk grazie a gruppi come ORPLID, DARKWOOD, SONNE HAGAL e FORSETI, ecco provenire LEOPARD FLOWERS, un altro progetto che si preannuncia molto intrigante già dal nome: il monicker rimanda infatti a una delle più belle canzoni dei DEATH IN JUNE, usicta in origine nel box limitato "Black Whole Of Love". Detto questo occorre precisare subito che non ci troviamo affatto di fronte all’ennesimo clone della Morte In Giugno: ci sono si dei riferimenti al neo-folk con l’uso di sonorità acustiche ma la musica di LEOPARD FLOWERS sconfina in territori molto d’atmosfera prossimi all’ambient e alla new age. Dietro la sigla si cela il multistrumentista Holger Gramlich che suona chitarra, basso e synth. Nel 2013 era uscito il suo esordio intitolato "Autumn Glades Of Everlasting Peace", stampato in sole 135 copie numerate per la sua etichetta personale KRISTALLWALD Tonträger, creata appositamente per le sue pubblicazioni.
Ora
viene stampato il suo nuovo lavoro "Isa": si tratta di un
singolo che racchiude solo 2 composizioni: il formato è rappresentato
da una raffinatissima confezione, limitata a 200 copie firmate a mano,
che comprende il mini cd, il singolo in vinile e 3 stupende cartoline
raffiguranti immagini di paesaggi invernali mitici avvolti in un’aura
mistica e senza tempo. Le ambientazioni sono all’insegna di sonorità
tenui e oscure in cui tastiere brumose e una chitarra acustica
cristallina evocano scenari di una natura incontaminata dove è
possibile trovare il senso perduto del Sacro. Peccato per la brevità
della durata in quanto LEOPARD FLOWERS sembra davvero avere tutte le
carte in regola per essere un nome di alto spessore. Potenzialmente, pur
essendo un progetto dichiaratamente di nicchia, potrebbe raggiungere un
pubblico molto eterogeneo. |
||
DARKROOM (Italy) – December 2015 – [in Italian]
LEOPARD FLOWERS è un giovane ma promettente solo-project proveniente dai dintorni di Odenwald (Germania) e condotto dal polistrumentista Holger Gramlich, il quale ha appositamente creato il marchio KRISTALLWALD Tonträger per curare le proprie uscite discografiche. All'esordio nel maggio del 2013 con l'album "Autumn Glades Of Everlasting Peace" (realizzato in 135 copie numerate a mano in formato digipack), Holger aveva subito messo in chiaro quali fossero le sue aree sonore di appartenenza, sciorinando una formula a cavallo tra la malinconica dolcezza acustica - guidata dalla chitarra - e gli ariosi afflati atmosferici dei synth. Una formula strutturalmente ai confini di certa new age ma col cuore rivolto al lato oscuro del folk, tanto semplice e diretta nelle sue forme quanto efficace nel delineare gli umori ricercati. Niente parti cantate, ma solo Holger alle prese con chitarra, basso e synth (oltre che artefice di tutti i processi della produzione), coi quali comunica sotto forma di canzoni in modo intimo e sincero.
Passati ormai più di due anni, finalmente nuovi segnali di vita arrivano da "Isa", piccola uscita (solo due tracce) realizzata però in grande stile: una superba confezione in formato 7" apribile contenente sia il vinile (bianco) che la versione in CD dei medesimi brani, oltre a tre belle cartoline che si sposano alla perfezione col mirabile e comunicativo artwork dipinto esclusivamente per l'occasione, per un totale di 200 copie numerate a mano. Due soli brani sono certo pochi per tirare conclusioni definitive, ma nei sette minuti scarsi di "Isa" si avverte già una chiara rifinitura del suono del debut, oggi reso e catturato in maniera più limpida ed efficace. La formula non cambia, anche se si avverte una maggiore forza espressiva, in parallelo alla cura riposta negli arrangiamenti: "Everwood" poggia saldamente sulla consueta semplicità della parte acustica, coi synth ad ammantare le corde per consolidare un pathos sempre ben presente, ed allo stesso modo la più malinconica "Valkyrja" cresce d'intensità quando la controparte 'sintetica' arriva a dare supporto in tutta la sua ariosità.
Tutti segnali positivi da parte di un progetto che vuole crescere passo dopo passo, e che ha lo spirito giusto per riuscire nell'impresa: se questa verrà compiuta ampliando la gamma degli strumenti, oppure aggiungendo delle voci (magari invitando ospiti ad hoc), sarà interessante scoprirlo a tempo debito. Non tentennino i potenziali estimatori, e non soltanto per la bellezza della confezione.
(Roberto Alessandro Filippozzi, rating: 7,5/10) |
||
NONPOP (Germany) – November 2015 – [in German]
Holger Gramlich mit seinem Ein-Mann-Projekt LEOPARD FLOWERS haben wir vor circa zwei Jahren vorgestellt (Besprechung). Dass sein wohliger Gitarrenambient trotz des Bandnamens nicht unmittelbar auf die Musik von DEATH IN JUNE verweist – "Leopard Flowers" ist ein DIJ-Songtitel – ist somit bereits geklärt. Auf dem eigenen Label KRISTALLWALD erscheint nun nach der 2013 besprochenen CD "Autumn Glades Of Everlasting Peace" eine Vinylsingle, die schon allein durch ihre Aufmachung auffällt.
Im aufwändigen Klappcover, welches eine bergige und eisige, aber dennoch anheimelnde Winterlandschaft zeigt, befindet sich eine weiße 7inch-Vinylscheibe mit je einem Track auf Vorder- und Rückseite. Beide Stücke liegen zusätzlich auf einer CD im Karton bei, außerdem gibt es drei Postkarten in ähnlicher, schöner Winteroptik sowie freien Download der Musik – mehr geht wirklich nicht! Das Auspacken stimmt in seiner ganzen Pracht und winterlichen Atmosphäre auf die Musik ein, die nicht hinter der Optik zurück bleibt.
Ein wohliger, schwebender Drone leitet "Everwood" (A) ein. Die zügig anschlagende, klar gezupfte Akustikgitarre erinnert mich erneut sofort an NEST aus Finnland. Es entspinnt sich eine ungeheuer melancholische, sanfte und traurige Atmosphäre, die Gitarrenmelodie schmiegt sich in die floatenden Synthietöne. Später tauchen einzelne Glöckchen auf, und ohne zu zögern würde ich diesen instrumentalen Ambient sofort als 'Neofolk' einsortieren – obwohl es ja keine Lyrics mit entsprechenden Themen gibt. Mir vermittelt "Everwood" jedenfalls ein Gefühl von Zuhause, von Wäldern, Bergen und einsamen Schneelandschaften. "Valkyrja" (B) ist ähnlich aufgebaut, zwischen wattigen und weichen Drone-Tönen perlt eine auf- und absteigende Akustik-Gitarrenmelodie. Helle, leicht eisige Klänge verstärken das Bild von Herbst- oder Winterlandschaften. Dieser Track wirkt etwas weniger verträumt, minimal unruhiger.
Zum zweiten Mal funktioniert der bezaubernde Ambient aus dem Odenwald auch ganz ohne Vocals. Diese Musik strahlt eine große Ruhe, Besinnlichkeit aus, ab und zu scheinen die (guten) Winter- und Weihnachtsgeister durch. Das Mastering hat Axel Frank von WERKRAUM übernommen, an dessen Band mich die Musik von LEOPARD FLOWERS manchmal erinnert, ebenso wie an TENHI oder STURMPERCHT, allerdings eher atmosphärisch denn musikalisch. Eine herzerwärmende Einstimmung auf den Winter und die dunklen Monate, aufgrund der liebevollen Aufmachung auch als Geschenk geeignet.
(Michael We. für nonpop.de) |
||
PIED PAPER (Russia) – February 2014 – [in English]
It's always good when musician carefully prepares his first album. Instead of quickly uploading hastily recorded demo tracks to some site, a person carefully examines each record, prepares disc mastering and proper artwork... In recent times it becomes increasingly rare, so I appreciated this disc from Germany even before the first listening. And, confess, music fulfilled my expectations. The entire album is made in the same vein, his landscapes are changing, but the mood remains the same until the end. Melancholy of autumn coolness, sublime sadness tinged with medieval ballads, something vaguely old, but at the same time present somewhere nearby. Like drawing on ancient tapestry that suddenly emerges clearly as eyes wander by its texture. Naive style of depicted scenes reminds children's drawings, but this is only a deceptive form, beyond which lie the very real people and events. Likewise, synth lines and strumming of an acoustic guitar on this album seem to be simple and unpretentious only as long as you start to penetrate deeper, like going over a ghost limit between worlds.
The situation here is similar to the nursery tales - perceived as fascinating reading for children, they are basically always contain something mythologically ancient, often sacred, displaying events of long forgotten days. LEOPARD FLOWERS debut album is a pass to the world where grown-up child reads once favorite tales and begins to realize them in a completely different way. This music have a lot in common with ambient albums of BURZUM and VINTERRIKET, but, unlike ambient of black metal origin, this album is mostly focused on the theme of nature, praising the beauty of the majestic temple of trees and mountains, rivers and meadows. A cursory glance at the tracklist is enough to understand that each song here is a hymn to the beauty of nature. Longing and despair present in the album from the beginning gradually dissolves into shimmering melodic guitar sound, like last year's leaves they're floating away with meltwater of mountain rivers... Even after the most severe winter comes spring, and nothing can stop it. |
||
TERRORVERLAG (Germany) – January 2014 – [in German]
Als Neofolk-Freund muss man hier natürlich sofort an den gleichnamigen Titel von DEATH IN JUNE denken. Zumal auch das runengeprägte Albumcover der Vermutung nicht widerspricht. Musikalisch finden sich bei dem Debütalbum des Ein-Mann-Projektes LEOPARD FLOWERS kaum Bezüge zu Douglas P. Also vielleicht doch nur Zufall.
Stattdessen präsentiert "Autumn Glades Of Everlasting Peace" neun melodische, beschauliche Ambient-Stücke, die vollständig dem Synthesizer entlockt wurden. Durchbrochen werden die ausgedehnten Klangflächen nur durch die eingespielte Akustik-Gitarre von Mastermind H.G. und diverse hervorstechende elektronische Einspielungen, die an Harfen oder Glocken aber auch an Naturgeräusche wie Wind erinnern. Das klingt jetzt erst mal nicht besonders spannend. Dem Musiker aus dem Odenwald gelingt es damit aber auf sehr angenehme Weise, eine atmosphärische Stimmung zu erzeugen, die dem Hörer regelrecht in andere Sphären driften lässt, trotz oder gerade weil die einzelnen Stücke sehr homogen sind und völlig ohne Stimme auskommen. Ein Anspieltipp lässt sich bei "Autumn Glades Of Everlasting Peace" also nicht wirklich finden. Vielmehr erzeugt das Gesamtwerk ein wohliges Gefühl zwischen Naturverbundenheit und ob der synthetischen Sounds auch eine gewisse "Aufbruchsstimmung" ins All. Düsterkeit sucht man hier vergeblich, findet höchstens ab und an eine dunklere, tiefer hängende Wolke.
Mit seinem Erstlingswerk hat LEOPARD FLOWERS ein sehr angenehmes minimalistisches Ambient-Werk geschaffen, was sich vorzugsweise an kalten Abenden oder zum Einschlafen im heimischen Player dreht. Das Album entstand in Eigenregie und ist auf 135 Exemplare limitiert. Nur das Mastering hat Genius Axel Frank übernommen. Zugreifen. Und man darf gespannt sein, was H.G. noch nachzulegen hat. |
||
NECROWEB (Germany) – December 2013 – [in German]
"Autumn Glades Of Everlasting Peace" – dieser Albumtitel klingt nach Naturromantik, Besinnlichkeit, Ruhe, Tiefenentspannung. Zu tun haben wir es hier mit dem Debütalbum eines Soloprojektes namens LEOPARD FLOWERS, vielleicht ein Künstlername, der den naturromantischen Charakter auch wieder aufgreifen möchte, vielleicht aber auch ein Tribut an den gleichnamigen Song der Neofolk-Ikonen DEATH IN JUNE.
Gewisse Einflüsse auf das Projekt LEOPARD FLOWERS sind zu vermuten, Neofolk-Bezüge sind da, doch hauptsächlich hat sich der Künstler hier einer rein instrumentalen Ambient-Musik verschrieben, die er mittels einer Akustikgitarre und sphärischen Synthieklängen erzeugt.
Häufig verwendet er sehr tiefe Basstöne im Hintergrund, die jedoch trotz des dunklen Klangs keine Unbehaglichkeit verströmen. Viel eher tragen sie zum ruhigen Charakter des Albums bei. Ansonsten setzt LEOPARD FLOWERS seine Synthies auf eine sehr vielfältige Weise ein. Oft sind es nur undefinierbare, melodielose Sphärenklänge, die die Stücke über längere Passagen hinweg durchziehen, so wie etwa das zwölf Minuten lange letzte Stück "(Silence) For Evermore". Doch häufig verleiht er ihnen auch die Stimmen unterschiedlichster Instrumente mit einem zarten, hohen, dezenten Klang, wie etwa Harfen, Flöten und Glocken.
Über das facettenreiche Synthiefundament spielt der Musiker immer wieder eine Akustikgitarre ein, mal lebhaft angeschlagen, dann wieder sanft gezupft. Während die flächigen Synthieklänge eine gewisse Übersinnlichkeit repräsentieren, drückt die akustisch, per Hand eingespielte Gitarre den Naturcharakter der Stücke aus. Alle neun Stücke auf "Autumn Glades Of Everlasting Peace" sind sehr langsam, beruhigend, teilweise sogar hypnotisch.
Die Titel der Tracks sind allesamt sehr aussagekräftig und erzeugen klare Bilder mystischer Naturphänomene vor dem geistigen Auge, so etwa "When Trees Fall Asleep", "Embrace Of Leaves And Branches" oder "Thicket’s Shelter". Diese und weitere Titel sowie auch das Pseudonym des Künstlers zeugen davon, dass er eine starke Faszination für Pflanzen zu haben scheint und diese gerne personifiziert. Durch seine Musik gelingt es ihm, diese tiefe Verbundenheit auszudrücken und den Pflanzen eine Stimme zu verleihen. In der Vorstellung von LEOPARD FLOWERS scheinen Pflanzen zart und verletzlich, doch gutmütig, wohlwollend und lebensbejahend zu sein.
Wie viel der Musiker mit seinen Stücken auszusagen vermag, ist in der Tat beeindruckend. "Autumn Glades Of Everlasting Peace" von LEOPARD FLOWERS ist, obwohl es komplett ohne Worte auskommt, ein großes Stück Poesie, das mit sehr viel Liebe und Vorstellungskraft geschaffen worden ist. Die weiten Klanglandschaften befreien den Hörer zudem völlig von Hektik und Anspannung. Man verfällt einem Gefühl vollkommener Schwerelosigkeit. Den Einklang mit der Welt der Pflanzen beschreibt der Musiker mit seinem Album als vollkommen friedlich, entspannt und Kraft spendend. Ein langer Spaziergang durch den Wald, die Sonne auf einer Wiese genießen und am Abend "Autumn Glades Of Everlasting Peace" anhören sollte jedenfalls jedes noch so aufgewühlte Gemüt beruhigen - somit sollte eigentlich jeder das Album im Regal stehen haben für die Momente, in denen er einfach mal loslassen und Ruhe finden muss. Und die haben wir alle hin und wieder nötig.
(Fauna Flokati, rating: 8,5/10) |
||
NONPOP (Germany) – November 2013 – [in German]
Wenn sich ein Projekt nach einem – zugegeben sehr schönen – DEATH IN JUNE-Song benennt, bin ich zunächst skeptisch, weil ich schnulzige Coverversionen und Heldenverehrung befürchte. Damit hat LEOPARD FLOWERS aber dankenswerterweise nichts zu tun; die neun Instrumentalstücke des Ein-Mann-Projektes aus dem Odenwald bieten atmosphärischen, ruhigen Ambient auf Basis einer Akustikgitarre und erinnern nur ganz selten an DIJ.
Die Keyboard-Drones des Intros sind dunkel und sphärisch, an einer Stelle taucht der typische Glöckchensound von Douglas P. auf, eine recht dramatische und elegische Atmosphäre entfaltet sich. Der zweite Track bietet - stellvertretend für viele Songs - eine langsame, träumerische Gitarrenmelodie, eingebettet in entsprechende, synthetische Sounds, die im Verlauf häufig langgezogen und damit fast spacig, psychedelisch wirken. Als Vergleich ergibt sich für mich zwingend das finnische Projekt NEST von Aslak Tolonen, welches auf Basis einer Kantele ähnlich ruhige, stimmungsvolle Lieder macht. Das längste Stück am Schluss bleibt lange Zeit eine rein synthetische Angelegenheit, und wenn die Gitarre dazu kommt, dann weckt es wie viele andere Stücke auch Gedanken an Natur, Wind, Wälder, Felder... . Herbstliche, rein instrumentale Ambient-Musik mit zarten Anklängen an gitarrenbasierte Neofolk-Projekte, ohne dass hier das Fehlen von Vocals stören würde.
(Michael We. für nonpop.de) |
||
|
NONPOP (Germany) – February 2016 – [in German]
Quintessenz: LEOPARD FLOWERS Fünf Fragen an...
Mensch und Musik passen gut zusammen. So wohltuend ruhig und unaufgeregt die Musik von Holger Gramlich alias LEOPARD FLOWERS klingt, so gibt sich auch der Mensch dahinter. Den wunderbaren Ambient aus dem Odenwald auf Basis einer Akustikgitarre haben wir auf NONPOP schon zwei Mal vorgestellt, zuletzt aus Anlass der winterlichen Vinylsingle "Isa" (Besprechung). Zeit also für ein paar Fragen rund um das Ein-Mann-Projekt ...
Hallo Holger! Warum benennst Du Dich nach einem DEATH IN JUNE-Song? Hattest Du denn bei der Wahl Deines Projektnamens keine Bedenken, dass das auch negative Assoziationen Richtung Heldenverehrung auslösen kann?
Ich habe keine Bedenken, weil ein kurzer Blick in die Kiste ausreicht, um zu erkennen, dass LEOPARD FLOWERS weit von Heldenverehrung entfernt ist. Es war nie meine Absicht, mich nach einem DEATH IN JUNE-Song zu benennen. Gleichwohl hat mich dieses – wahrhaftig sehr schöne – Stück bei meiner Namenswahl beeinflusst. Dies allerdings absolut spontan, denn der Gedanke kam mir erst kurz vor Beendigung der Aufnahmen für "Autumn Glades Of Everlasting Peace" (Anm. d. Red.: dem ersten Album von LEOPARD FLOWERS, (Besprechung)) in den Sinn. Ich hatte zum damaligen Zeitpunkt bereits vier Jahre an dem Album gearbeitet und somit viel Zeit, mir einen Namen für mein Projekt zu überlegen. Ich hatte zwar viele Ideen, aber nie das Gefühl, mit einer davon grenzenlos ausgefüllt zu sein. In dem Moment wusste ich einfach mit LEOPARD FLOWERS den passenden Namen gefunden zu haben und für immer und ewig glücklich mit ihm zu sein. Auf welche Weise ich ihn interpretiere und auf mich selbst übertrage, möchte ich gar nicht näher erklären. Mit ein bisschen Fantasie kann man sich vielleicht ganz gut zusammenreimen, was für ein Mensch sich dahinter verbergen könnte.
Sehr gefreut hat Dich, wie Du sagtest, der Vergleich Deiner Musik mit dem finnischen Projekt NEST von Aslak Tolonen und seiner Kantele. Warum? Welche Parallelen gibt es?
Ich finde es wirklich sehr schön, dass sich die Liebe zu NEST in meiner Musik zu erkennen gibt, trotz Verwendung einer Akustikgitarre anstatt der Kantele. Als ich damals deine Zeilen zu "Autumn Glades…" lesen durfte, konnte ich es zuerst kaum glauben. Ein viel schöneres Kompliment kann man mir fast nicht machen. Vergleiche zu Aslak Tolonen ehren mich sehr, wohlwissend, dass seine musikalischen Fähigkeiten meilenweit über meinen eigenen liegen. Darüber hinaus malt er wunderschöne Bilder, die sich im Artwork seiner Veröffentlichungen wiederfinden, und baut seine Instrumente, die Kantelen, sogar selbst. Ich versuche erst gar nicht mitzuhalten.
NEST ist mir während einer ziemlich anstrengenden Leidenszeit, die kurz vor Weihnachten 2008 ihren Anfang nahm, noch wichtiger geworden. Ich hatte fast ein halbes Jahr mit den Folgen eines Hörsturzes (Tinnitus) zu kämpfen, insbesondere in ruhigen Situationen und vor allem nachts, wenn man eigentlich schlafen sollte. Da die Einnahme von Schlafmitteln über einen längeren Zeitraum nicht die allerschlaueste Lösung ist, musste eine Alternative gefunden werden, um in den Schlaf zu finden. Insbesondere "Trail Of The Unwary" (Anm. d. Red.: das zweite NEST-Album) hat mir monatelang dabei geholfen. Es dürfte kein weiteres Album in meinem Leben geben, welches ich so oft gehört beziehungsweise verschlafen habe. Mir ist erst Jahre später bewusst geworden, wie nachhaltig mich diese Zeit wohl auch im Hinblick auf das eigene Musizieren geprägt hat.
Bei Deiner Musik muss ich an Wälder, an Einsamkeit und Winter denken – ähnlich wie bei NEST. Spielt Deine Heimat, der Odenwald, dabei irgendeine Rolle, oder denkst Du beim Musikmachen an was ganz anderes?
Gewissermaßen habe ich meiner Heimat sogar das Label KRISTALLWALD gewidmet, unter dem ich meine Sachen veröffentliche. Allerdings war es weniger die Landschaft des kristallinen Odenwaldes – die tatsächlich so heißt –, sondern vielmehr ein Spaziergang durch den "Weg der Kristalle" auf unserem höchsten Berg, dem Katzenbuckel, der KRISTALLWALD hat entstehen lassen.
An was genau ich beim Musikmachen denke, kann ich oft gar nicht sagen. Manches beeinflusst mich vielleicht auch unbewusst. Das von dir Genannte gehört aber sicherlich dazu. Weitere Inspirationsquellen sind die nordische Mythologie und der Übergang von der irdischen Welt ins Jenseits. Vor allem während den Aufnahmen zu "Autumn Glades…" habe ich mich phasenweise intensiv mit dem Tod befasst. "(Silence) For Evermore" ist im März 2011 entstanden, als ein Freund viel zu jung an Krebs gestorben ist. Ich glaube, dass diese Erfahrung auch Einfluss auf die Covergestaltung mit dem Grabstein genommen hat. Die Runen auf der Innenseite der "Autumn Glades…" stehen übrigens für 'Leben'. "Isa" ist winterlicher und eisiger, enthält aber mit "Valkyrja" in Verbindung mit dem Spruch auf der Innenseite eine Art Geleitschutz. "Everwood" vereint 'ewige' Wälder, Einsamkeit und Winter mit einem Tribut an die gleichnamige Fernsehserie.
Denkst Du grundsätzlich auch über den Einsatz von Vocals nach? Es muss ja kein Gesang sein. Oder wird Deine Musik rein instrumental bleiben?
Ich habe schon immer eine Schwäche für Instrumentalmusik aus düsteren und sphärischen Gefilden. Von daher werde ich aus heutiger Sicht meiner Linie im Wesentlichen treu bleiben. Ich fange lieber nicht mit dem Singen an, denn wenn man etwas partout nicht kann, ist es besser, man lässt es sein. Zudem würde richtiger Gesang für meinen Geschmack nicht zur Musik passen. Ich hatte bisher auch nicht das Bedürfnis, Vocals im Sinne von gesprochenen Wörtern zu verwenden, möchte aber nicht ausschließen, dass in Zukunft vielleicht doch mal welche zu hören sind. Wenn, dann aber tendenziell auf eher bescheidene Weise.
Du bist ein Ein-Mann-Projekt und machst alles selbst. Deshalb ist die Spanne zwischen einzelnen Veröffentlichungen vermutlich groß. Wie sieht die Zukunft nach Deiner jüngsten Single "Isa" aus?
Ich gehe einfach mal davon aus, dass es einen Nachfolger geben wird, aber bis dahin werden sicher wieder ein paar Tage vergehen, je nach Zeit und Muße. Ich würde mich nicht als Vollblutmusiker bezeichnen, kann nicht einmal Noten lesen, bin zumeist nur phasenweise kreativ und nehme oft wochenlang keine Instrumente in die Hand. Aber wenn, dann kann es auch mal sehr schnell gehen. Ich werde allerdings nichts erzwingen, denn darunter würde die Freude am Musikmachen leiden. Es ist mir auch nicht wichtig, möglichst viele Sachen zu veröffentlichen. Vielmehr bin ich froh, überhaupt einen Teil meiner Ideen realisieren zu können.
Ich habe mit sehr viel Hingabe an "Isa" gearbeitet und bin jetzt erstmal glücklich, dass sie erschienen ist. Ohne Paulina und Christina wäre sie aber niemals so einzigartig geworden. Paulinas Gemälde für das Cover und die Postkarten haben "Isa" ein noch viel schöneres Gesicht gegeben, als ich mir vorstellen konnte. Und ohne Christina wäre das Layout heute noch nicht fertig, denn so viel Perfektionismus kann nur die eigene Freundin aushalten.
Holger, danke für die Antworten und bis zur nächsten Veröffentlichung!
Herzlichen Dank, dass ich mich vorstellen durfte.
(Michael We. für nonpop.de) |
|
e-mail: hideout@leopardflowers.com | |||
www.leopardflowers.com www.kristallwald.org |
|||
© 2013-2023 all rights reserved |